Si può aprire la Partita Iva in Italia con residenza all’estero?
La domanda “se vivo all’estero posso aprire Partita IVACodice composto da 11 cifre che identifica precisamente una determinata impresa. La sequenza numerica è preceduta dalla sigla identificativa del Paese in cui si esercita l’attività d’impresa in Italia?” è una delle più comuni degli ultimi tempi, visto anche il grande flusso di italiani che, per un motivo o per l’altro, lascia il paese natale verso nuovi orizzonti e prospettive.
A tale proposito, esiste una risposta da parte dell’Agenzia delle Entrate (n. 429/2022) dove si evince che le due condizioni non son incompatibili tra di loro.
La conclusione parte dall’analisi di due concetti principali:
- chi è il soggetto passivoPersona fisica o giuridica tenuta al pagamento del tributo.;
- cosa si intende per domicilio.
Andiamo ad analizzarli insieme per capire meglio il perché sia possibile vivere all’estero ed aprire la Partita IvaImposta sul Valore Aggiunto. Imposta indiretta che colpisce il consumatore finale. Attualmente è l’imposta in Italia che assicura il maggior prelievo fiscale. Questa particolare tipologia di tributo in Italia.
Concetto di soggetto passivo
Secondo l’Articolo 9 della Direttiva CE del 28 Novembre 2006, «Si considera “soggetto passivo” chiunque esercita in modo indipendente e in qualsiasi luogo, un’attività economica, indipendentemente dallo scopo e dai risultati di detta attività».
Quindi in poche parole, chiunque presti un’attività professionale viene considerato come soggetto passivo.
Quando questi soggetti sono stabiliti nel territorio dello stato, si intendono domiciliati nel territorio o residenti, che non abbiano stabilito un domicilio fiscaleCome regola generale, - le persone fisiche residenti in Italia hanno il domicilio fiscale nel comune nella cui anagrafe sono iscritte; - le persone fisiche non residenti all’estero: ovvero che la sede della loro attività sia collocata all’estero.
Secondo tale concetto, se un soggetto mantiene la residenza fiscaleE' l'elemento fondamentale per determinare il regime impositivo del soggetto, persona fisica o giuridica. Ai fini delle imposte sui redditi, si considerano residenti le persone che per in Italia pur essendo residente fisicamente all’estero, viene considerato un soggetto che svolge la sua attività nel territorio italiano.
Ricapitolando, si è considerati soggetti passivi Iva quando:
- il domicilio è in Italia anche se la residenza è all’estero;
- la residenza è in Italia, come anche il domicilio;
- la residenza e il domicilio sono all’estero, ma possiede una stabile organizzazioneÈ la sede fissa di affari per mezzo della quale l'impresa non residente esercita in tutto o in parte la sua attività nel territorio dello Stato italiano. in Italia (quindi le prestazioni sono considerate effettuate in Italia).
Andiamo adesso ad analizzare il secondo concetto.
Questo per avere la conferma del fatto che, se vivo all’estero posso aprire Partita IVA in Italia, ovvero cosa si intende per domicilio.
Concetto di domicilio
Pe capire il concetto di domicilio, dobbiamo prima partire dalla definizione di residenza fornita dal codice civileIl Codice Civile è una raccolta di quasi 3.000 articoli che regolano la materia del diritto civile. Esso è entrato in vigore nel 1942 ed è la, ovvero “il luogo in cui la persona ha la dimora abituale“.
Quindi questa è determinata dall’abituale volontà di una persona di dimorare in un certo luogo: entrano quindi in gioco l’aspetto oggettivo della permanenza stabile e la volontà di rimanervi.
Il domicilio invece viene visto come il centro dei propri affari a prescindere dalla presenza fisica del professionista: è definito come una situazione giuridica dove il soggetto ha la volontà di stabilire e conservare la sede principale della propria attività.
In questo caso quindi non c’è dubbio che l’intenzione sia quella di costituire in Italia il centro dei propri interessi, e svolgere qui l’attività.
Pertanto, se nel territorio italiano viene costituito il domicilio fiscale, anche se la residenza è in un paese straniero, ciò non è di ostacolo a considerare il lavoratore un soggetto passivo di impostaL’imposta è un tributo che prevede il prelevamento coattivo di denaro ad un soggetto per il finanziamento della spesa pubblica in generale. Lo Stato impone il pagamento.
Come dichiaro i redditi?
Poiché l’attività viene svolta effettivamente in Italia, i redditi andranno qui dichiarati e assoggettati alla tassazione vigente a seconda del regime fiscaleIl Regime fiscale rappresenta l’insieme di documenti e comportamenti da tenere, previsti dalla normativa, che garantiscono il rispetto delle regole fiscali. Nell’ordinamento italiano sono presenti un regime adottato.
L’Agenzia delle EntrateAgenzia pubblica italiana che si occupa della gestione delle entrate fiscali italiane. Può in qualsiasi momento svolgere controlli ed accertamenti per verificare il rispetto delle norme di risponde che «I redditi che un residente di uno Stato contraente ritrae dall’esercizio di una libera professione o di altre attività di carattere indipendente, sono imponibili soltanto in detto Stato a meno che egli non disponga abitualmente nell’altro Stato contraente di una base fissa per l’esercizio della sua attività».
Quindi, se svolgi l’attività autonoma in Italia, questa è imponibile in Italia.
Se si svolge però anche un’attività stabile nel paese straniero, quell’attività sarà imponibile nel paese di riferimento.
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