Domande e Risposte

Reverse charge e regime forfettario

Lavoro su Amazon in Regime Forfettario. Ho ricevuto dall’agenzia delle entrate una PEC che mi avverte che ci sono fatture con IVA al 22%. Sono fatture inviate da Amazon con reverse charge con IVA al 22%. A causa di questo il mio Commercialista dice che perderò il mio regime forfettario. È così?

Le ricordiamo che per continuare ad adottare il regime Forfettario dovrà sincerarsi di rispettare tutti i requisiti da esso previsti: Limiti regime forfettario.

Per fare chiarezza:

  • se lei riceve delle fatture dai suoi fornitori con l’Iva dovrà semplicemente pagare la fattura (in regime Forfettario purtroppo non scaricherà i costi sostenuti);
  • se riceve una fattura senza Iva in reverse charge dovrà integrarla seguendo le istruzioni che le riporteremo di seguito.

Per poter uscire dal regime Forfettario dovrebbe:

  • non rispettare i requisiti;
  • adottare un atteggiamento concludente ovvero emettere lei le sue fatture con l’Iva secondo le regole del regime Semplificato.

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Se riceve una fattura dall’estero da un suo fornitore o, se utilizza una piattaforma online, vengono trattenute delle commissioni senza imposta. Dovrà quindi procedere all’integrazione dell’Iva con l’aliquota presente in Italia entro il 16 del mese successivo alla data della fattura di acquisto. L’Iva deve essere integrata attraverso il modello F24 seguendo l’esempio a questo link: Come compilare il modello F24 – Codice Tributo 6493.

L’integrazione dell’Iva deve essere seguita da un’autofattura emessa in formato elettronico al Sistema di Interscambio. L’autofattura va trasmessa al Sistema di interscambio entro il 15 del mese successivo e l’Iva va integrata entro il 16 del mese successivo.

Nel suo caso specifico, Amazon avendo sede fiscale anche in Italia, se le ha fatto da sostituto di imposta non dovrà integrare l’Iva.

L’obbligo non troverà luogo per:

  • operazioni per le quali è stata emessa una bolletta doganale;
  • operazioni per le quali siano state emesse o ricevute fatture elettroniche, nonché
  • quelle, purché di importo non superiore a € 5.000 per ogni singola operazione, relative ad acquisti di beni e servizi non rilevanti territorialmente ai fini Iva in Italia ai sensi degli artt. da 7 a 7-octies D.P.R. 633/1972.

L’ultimo caso è relativo a alcune tipologie di operazioni estere poco frequenti, come cessioni di beni immobili, alberghi, ristoranti, acquisto carburante…

Inoltre, nel suo caso specifico, se effettua l’attività di e-commerce, le consigliamo di tenere un registro dei corrispettivi in quanto l’attività online prevede un metodo di pagamento tracciabile e non è soggetta all’obbligo di fatturazione elettronica, se non espressamente richiesta dal cliente. Dovrà provvedere al suo caricamento mensilmente.

Il registro dei corrispettivi ha la funzione di rendicontare i suoi incassi (tale documento non deve pertanto essere comunicato a nessuno in particolare se non a chi gestisce la contabilità della sua attività in Partita Iva) così da avere un conto organizzato delle operazioni svolte durante l’anno, per poi andare ad inserire i ricavi conseguiti in Dichiarazione dei redditi.

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