Domande e Risposte

Quali sono le spese da considerare se apro partita Iva come consulente informatico?

Vorrei aprire Partita Iva come consulente informatico e vorrei sapere quanto chiedere per rendere la cosa vantaggiosa economicamente rispetto all’attuale posizione dipendente. Infine vorrei sapere le Spese da sostenere da consulente informatico in Partita Iva

Prima di rispondere alla sua domanda “Quali sono le spese da sostenere da consulente informatico in Partita Iva?”, le indichiamo che per poter adottare il regime forfettario è necessario rispettare tutti i requisiti richiesti:

Limiti forfettario.

Se adotterà il forfettario, per avere una stima di imposta e contributi da versare, potrà utilizzare il nostro simulatore “FlexTools – Simulatore apertura Partita Iva“.

Le indichiamo inoltre che con il nostro simulatore FlexTools, potrà calcolare il lordo da fatturare per ottenere un determinato importo netto.

Potrà applicare il Forfettario per la sua Partita Iva se il suo reddito da lavoro dipendente è inferiore ai 30.000 euro all’anno.

Inoltre, per poter mantenere il Forfettario anche l’anno successivo, non dovrà fatturare prevalentemente (per più del 50%) al datore di lavoro attuale o avuto nei due anni precedenti l’apertura della sua Partita Iva.

Per l’attività di consulente informatico, il codice Ateco adatto è il seguente:

  • 62.02.00 Consulenza nel settore delle tecnologie dell’informatica
    che include:

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      Inizia Gratis
    • consulenza su hardware, software e altre tecnologie dell’informazione: analisi dei bisogni e dei problemi degli utenti, consulenza sulla migliore soluzione
    • pianificazione e progettazione di sistemi informatici che integrano l’hardware dei computer, il software e le tecnologie della comunicazione

Al suddetto codice Ateco è associato un coefficiente di redditività del 67%.

Adottando il codice Ateco 62.02.00, si inquadrerà come libero professionista e verserà i contributi alla Gestione Separata Inps, in proporzione al reddito, in percentuale al 26,23%.

Se adotterà il Regime forfettario verserà l’imposta sostitutiva al 15% o al 5% per i primi 5 anni di attività, se rispetterà i tre requisiti previsti:

  • Non bisogna aver svolto, nei tre anni precedenti all’inizio dell’attività, attività di impresa in forma associata o familiare
  • L’attività intrapresa non deve essere in alcun modo una continuazione di un’attività precedentemente svolta sia sotto forma di lavoro autonomo che dipendente (eccezion fatta per i periodi di pratica obbligatori per poter esercitare arti o professioni)
  • Nel caso in cui venga rilevata un’attività già avviata da un altro soggetto, si deve verificare che l’ammontare di incassi generati l’anno precedente dall’attività, siano in linea con quelli richiesti per aderire al Regime forfettario.

Poiché l’attività che desidera svolgere in Partita Iva è la medesima che attualmente svolge come dipendente, dovrà applicare sin da subito l’imposta sostitutiva al 15%.

Se adotterà il forfettario e si inquadrerà come professionista, non avrà dei fissi in quanto:

  • l’imposta sostitutiva si calcola in percentuale, dunque in proporzione al reddito;
  • i contributi previdenziali si calcolano, sul reddito imponibile, anch’essi in percentuale.

Ne consegue che imposta e contributi saranno in proporzione al suo reddito.

Il Regime forfettario non prevede la possibilità di portare in detrazione, dall’imposta sostitutiva prevista per il regime forfettario, nessuna spesa oltre quelle calcolate in modo forfettario (grazie al coefficiente di redditività) e i contributi obbligatori versati.

Diverso è il discorso delle cosiddette “spese documentate” ovvero le spese intestate al cliente e che lei ha solo provveduto a pagare in anticipo e che, con l’emissione della fattura, le vengono semplicemente rimborsate (stesso preciso ammontare).

Le spese documentate non concorrono alla formazione dei ricavi e quindi sono esenti da imposte e contributi.

Qualora dovesse avere altre spese non intestate al cliente (quindi non riconducibili allo stesso), se vengono inserite in fattura concorreranno alla formazione del limite di 85.000 euro e saranno soggette ad imposta e contributi.

Se le spese non sono intestate direttamente al cliente ma sono documentate ad esempio da uno scontrino, potrà addebitare la spesa sostenuta al suo cliente. Non saranno ritenute spese anticipate ma dovranno essere specificate nei dettagli della fattura. La spesa addebitata al cliente concorrerà alla formazione dei ricavi ai fini della tassazione.

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