Quale regime fiscale scegliere per la propria Partita Iva

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Partita Iva: quale regime fiscale scegliere

Aprendo la tua Partita Iva, ti troverai a scegliere quale regime fiscale adottare per essa e la tua scelta potrà ricadere tra uno dei seguenti:

  • Regime Forfettario
  • Regime ordinario semplificato

Nei prossimi paragrafi andiamo a fornirti maggiori dettagli di entrambi, proprio per aiutarti ad individuare quale regime fiscale scegliere per la propria Partita Iva.

Il Regime forfettario

Per poter adottare il Forfettario, dovrai rispettare tutte le condizioni per la sua applicazione, tra cui quella del rispetto del limite dei 65.000 euro di ricavi da Partita Iva.

In questo regime fiscale, il reddito imponibile si ottiene moltiplicando ai ricavi conseguiti il coefficiente di redditività associato al tuo Codice Ateco: questo vuol dire che da una parte otterrai la percentuale di ricavi che sarà tassata, mentre dall’altra la parte di ricavi che ne sarà esclusa e considerata spesa forfettaria.

Sul reddito imponibile così ottenuto verserai:

Tra i tanti vantaggi fiscali che il Forfettario ti riservata, c’è la riduzione del 35% dei contributi per coloro i quali si iscrivono in Camera di Commercio e sono soggetti al versamento dei contributi alla gestione Artigiani e Commercianti Inps.

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Come contribuente forfettario, dovrai emettere le tue fatture secondo le regole previste: dovrai apportare le diciture obbligatorie, non dovrai inserire l’Iva né la ritenuta d’acconto, ma dovrai assolvere l’imposta di bollo per tutte quelle di importo superiore ai 77,47 euro, applicando appunto una marca da bollo di 2 euro.

Infine, non dovrai obbligatoriamente emettere fatture elettroniche, in quanto ne sarai esonerato.

Il Regime ordinario

Per poter applicare il regime ordinario semplificato, non dovrai rispettare specifici requisiti, ma unicamente un limite di ricavi: 400.000 euro se presti servizi e 700.000 euro se svolgi altre attività.

Il regime Ordinario prevede la determinazione del reddito imponibile (su cui verserai le tasse) attraverso il metodo analitico, ovvero dai ricavi conseguiti potrai dedurre/detrarre le spese ed i costi da te sostenuti, fino a capienza.

Pertanto, eventuali detrazioni come ristrutturazioni, o spese per il mutuo, figli a carico, ecc., potranno essere conteggiati al fine del calcolo del reddito imponibile, cosa che in regime Forfettario non avviene in quanto ti viene unicamente riconosciuta una spesa forfettaria.

In Regime ordinario semplificato sarai tenuto a versare sul reddito imponibile:

  • Irpef a scaglioni, dal 23% al 43% in base al reddito prodotto;
  • Eventuale Irap del 3.90%, se sei iscritto in Camera di Commercio;
  • Addizionali regionali e comunali del 2/3%;
  • I contributi previdenziali, che variano a seconda del tuo inquadramento fiscale.

Le fatture che emetterai dovranno contenere l’Iva e dovranno essere obbligatoriamente inviate elettronicamente.

Conclusioni

Non è possibile indicarti con certezza quale dei due regimi fiscali analizza sia più adatto e conveniente per la tua specifica soluzione, in quanto appunto ciò dipendente da fattori soggetti.

Devi considerare però che, alla luce di quanto esposto, le variabili da tenere in considerazione e che ti indicano se è conveniente o meno il Forfettario sono due:

  • Le spese da te effettivamente sostenute;
  • La tua situazione familiare complessiva, ovvero se hai figli a carico, mutuo, ecc.

Articoli utili:

Regime Forfettario lavoratori dipendenti

Scadenze imposta di bollo in fattura elettronica

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