Quale codice Ateco scegliere per perito industriale?

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Quale codice Ateco scegliere per perito industriale?

La scelta del codice Ateco per l’attività di perito industriale

Quale codice Ateco scegliere per perito industriale?

Se desideri svolgere l’attività di perito industriale in Partita Iva, oltre a scegliere il Regime fiscale, dovrai scegliere il codice Ateco adatto per l’attività di perito industriale.

Ma cos’è il codice Ateco?

Il codice Ateco è una sequenza di numeri che identifica l’attività che andrai a svolgere in partita Iva ed è proprio per questa ragione che bisogna sceglierlo con grande attenzione.

Se rispetterai tutti i requisiti per poter adottare il Regime forfettario, la scelta del codice Ateco risulterà ancora più importante in quanto, oltre a definire l’attività che svolgerai in Partita Iva, sarà il punto di partenza per il calcolo dell’imposta sostitutiva e dei contributi previdenziali che dovrai versare.

Ad ogni codice Ateco infatti è associato un coefficiente di redditività ovvero una percentuale che dovrai applicare ai tuoi ricavi conseguiti (dove con “ricavi” si fa riferimento all’importo effettivamente incassato) per ottenere il reddito imponibile ovvero la base su cui verranno calcolati, come abbiamo anticipato poco fa, l’imposta sostitutiva e i contributi previdenziali che dovrai versare.

Se sei in possesso dell’abilitazione per poter svolgere la professione di perito industriale e sei iscritto all’albo dei periti industriali, il codice Ateco adatto per l’attività di perito industriale è il seguente:

  • 74.90.91 – “Attività tecniche svolte da periti industriali”

Il coefficiente di redditività associato a tale codice Ateco è del 78%.

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Cosa significa che il coefficiente di redditività associato al tuo codice Ateco è del 78%?

Significa che il 78% dei tuoi ricavi saranno soggetti ad imposta e contributi, il restante 22% invece ti verrà riconosciuto come “spesa forfettaria“.

Il Regime forfettario, infatti, non prevede la possibilità di detrarre/dedurre nessuna reale voce di spesa sostenuta; grazie al coefficiente di redditività che determina la percentuale dei ricavi soggetta ad imposta e contributi, si ottiene la percentuale che viene riconosciuta come “spesa forfettaria” all’interno del quale confluiscono forfettariamente le spese sostenute per l’esercizio dell’attività in Partita Iva.

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