Il Regime Forfettario 2023

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Il Regime Forfettario 2023

Il Regime Forfettario 2023: come cambia rispetto al 2022?

Il Regime Forfettario 2023, detto anche flat tax 2023 , presenta poche modifiche, ma molto importanti.

Le novità del Regime Forfettario 2023

La prima novità espressa dalla legge di Bilancio 2023 riguarda il limite reddituale massimo.

Con la legge di Bilancio 2019 venne messo il limite dei 65.000 euro annui, soglia mantenuta fino al 2022, nonostante siano diversi anni che i vari partiti di centro destra parlino di estendere questo limite.

Inizialmente si parlava di portarlo a 100.000 euro annui massimi, tuttavia quando il nuovo Governo si è trovato in ballo con la definizione della nuova Flat Tax 2023 si è anche scontrato con alcune variabili macroeconomiche che lo hanno portato a rivedere questa ipotesi.

Si è pertanto deciso di trovare un buon compromesso portando il limite reddituale a 85.000 euro.

Un cambio significativo per il mondo delle Partite Iva in bilico tra i due regimi fiscali.

Il nuovo limite reddituale sarà applicato ai redditi 2022.

Cosa succede se si supera il limite di 85.000 euro?

Anche su questo aspetto la nuova legge di Bilancio ha apportato importanti novità.

Infatti, se si superano gli 85.000 euro, ma si rimane al di sotto del limite di 100.000 euro di incasso, si dovrà abbandonare il regime forfettario a partire dall’anno successivo.

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Se, invece, si superano anche i 100.000 euro di incasso si dovrà abbandonare il regime forfettario nell’anno in corso, con tutto ciò che comporta il relativo cambio di tassazione.

Una volta uscito dal regime forfettario si potranno applicare diverse opzioni come ad esempio applicare il regime ordinario semplificato o costituire una società.

Le agevolazioni del Regime Forfettario 2023?

Il regime forfettario è definito un regime agevolato perché presenta diversi vantaggi rispetto a quello ordinario.

Non solo flat tax come sistema di tassazione, ma anche altri elementi quali:

  • Non si applica l’IVA in fattura.
  • Non si deve versare l’IRPEF (imposta reddito persone fisiche) né le addizionali comunali e regionali. Tutto questo viene sostituito da un’unica imposta detta appunto sostitutiva.
  • Il reddito imponibile non viene calcolato sulla base delle spese realmente sostenute. Per calcolare il reddito imponibile viene applicato il coefficiente di redditività.
  • In alcuni casi si è esentati dalla fatturazione elettronica, precisamente se il reddito annuale è al di sotto di 25.000 euro.

Chi può aderire al Regime forfettario 2023?

Coloro i quali dispongono di Partita Iva individuale e non presentano nessuna delle cause di esclusione.

Attualmente sembra che le cause di esclusione dal regime forfettario, siano invariate rispetto all’anno scorso tranne che per il limite di reddito annuo che come detto passerà a 85.000 euro.

Per il resto al momento non puoi applicare il regime forfettario se:

  • non sei residente in Italia. Con l’eccezione se risiedi in  Liechtenstein, Norvegia o Islanda, e tutti quei Paesi che aderiscono all’accordo sulla spazio economico europeo purché almeno il 75% del tuo reddito totale venga generato in Italia;
  • vendi terreni, fabbricati, mezzi di trasporto nuovi;
  • se la tua attività richiede l’adozione dei Regimi Speciali Iva. Alcune delle attività che richiedono i regimi speciali sono: agriturismo, editoria, turismo, intrattenimenti, ecc…
  • se ti avvali di Regimi forfettari di determinazione del reddito;
  • se partecipi a una società di persone (Società semplici, Società in nome collettivo, Società in accomandita semplice);
  • se partecipi ad associazioni professionali o imprese familiari;
  • se hai dipendenti o collaboratori per i quali hai sostenuto spese per il personale superiori ai 20.000 euro;
  • se il reddito da lavoro dipendente o da pensione o altri redditi assimilati nell’anno precedente sono stati superiori a 30.000 euro. A meno che il tuo reddito da lavoro dipendente (o il godimento del reddito assimilato) sia terminato entro il 31 dicembre dell’anno precedente, in questo caso può essere superiore di 30.000 euro;
  • se più del 50% delle fatture da te emesse ha come destinatario il tuo attuale datore di lavoro o quello avuto nei precedenti due anni o soggetti direttamente a lui collegati.  Discorso diverso è se hai iniziato una nuova attività dopo lo svolgimento, presso un datore di lavoro, di pratica obbligatoria volta allo svolgimento di arti o professioni;
  • se partecipi a una S.r.l e ne hai il controllo diretto o indiretto, quindi almeno il 50% delle quote, e fatturi per un’attività economica riconducibile a quella della S.r.l. Chiariamo che è necessario che si verifichino contemporaneamente entrambe le condizioni. Inoltre per verificare che l’attività economica svolta in Partita Iva non sia riconducibile a quella della S.r.l., non è sufficiente che il codice Ateco sia formalmente diverso da quello della S.r.l. ; bisogna infatti verificare l’attività svolta sostanzialmente dai soggetti.

Come si calcola il reddito imponibile nel regime forfettario

Il reddito imponibile detto anche base imponibile è l’importo soggetto a imposte e contributi.

Nel regime forfettario viene calcolato attraverso il coefficiente di redditività.

Si tratta di una percentuale collegata al Codice Ateco che applicata ai tuoi ricavi lordi ti fornisce la base imponibile.

Quindi il reddito imponibile è dato da:

Ricavi x Coefficiente di redditività=Reddito imponibile

Nel regime forfettario viene calcolata forfettariamente una soglia di abbattimento dei ricavi in base all’attività svolta.

Imposta sostitutiva e contributi nel regime forfettario 2023

Si tratta dell’unica imposta versata in regime forfettario, il nome deriva dal fatto che va a sostituire tutte le imposte (Irpef, addizionali, ecc.) che vengono applicate nel regime ordinario semplificato.

Attualmente l’aliquota di imposta sostitutiva che viene applicata al reddito imponibile è del 15%.

Può essere ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività se si rispecchiano determinati requisiti.

Oltre a questa tipologia di imposta, sui ricavi prodotti con la Partita Iva saranno dovuti anche i contributi, i quali dipendono da come è classificata la tua attività.

I contributi sono importi da versare alla propria cassa o gestione previdenziale ai fini pensionistici

In base alla tua attività potrai classificati come:

  1. artigiano o commerciante
  2. Gestione Separata INPS per i professionisti senza cassa previdenziale specifica
  3. professionista con cassa previdenziale specifica per la sua professione. Ad esempio psicologi, architetti, ingegneri, ecc…

Contributi per professionisti in Gestione Separata 2023

Se sei un professionista senza una specifica Cassa previdenziale sarai tenuto a iscriverti alla Gestione separata Inps (il fondo pensionistico dell’Inps) e versare i contributi pari al 26,23% del tuo reddito imponibile.

In questo caso la contribuzione è proporzionale ai ricavi, non ci sono contributi fissi da versare.

Inoltre se parallelamente percepisci anche un reddito da pensione o da lavoro dipendente, verserai i contributi pari al 24% del tuo reddito imponibile invece che al 26,23% (aliquota che potrebbe aumentare nel corso del 2023).

Esempio: 

Prendiamo l’esempio di uno sviluppatore software – quindi con Codice Ateco 62.01.00 – che ha appena aperto la propria Partita Iva.

Ricavi annui lordi: 35.000 €

Coefficiente di redditività: 67%

Imposta sostitutiva: 5%

Contributi: 26,23% in quanto non ha altre gestioni previdenziali

Reddito imponibile (ricavi x coefficiente di redditività): 35.000 x 67% = 23.450

Imposta sostitutiva al 5%: 23.450 x 5% = 1.172,5 €

Contributi:  23.450 x 26,23% = 6.150,93 €

Su un ricavo annuale di 35.000€ in questo caso sarà da versare un totale di 7.323,43€ tra imposta sostitutiva (1.172,5 €) e contributi (6.150,93 €).

Nel caso dell’esempio l’utente ha appena aperto la Partita Iva quindi nell’anno precedente non aveva versato i contributi previdenziali: in questo caso avremmo dovuto sottrarre i contributi dal reddito imponibile per il calcolo dell’imposta sostitutiva.

Contributi per Artigiani e Commercianti 2023

Come prima cosa chi è artigiano o chi è commerciante deve iscriversi in camera di commercio e alla gestione Artigiani e Commercianti Inps.

A differenza della gestione separata, la gestione Artigiani e Commercianti ha dei contributi fissi da versare che ammontano a 4.208,40 euro per gli Artigiani e 4.292,42 euro per i Commercianti.

Inoltre se il tuo reddito supera i 17.504  euro sull’eccedenza dovrai versare dei contributi in percentuale, precisamente verserai il 24% dell’eccedenza.

Quindi:

  • Da 0 € a 17.504 € circa = contributi fissi pari a 4.208,40 o 4.292,42 €
  • Oltre 17.504 € = contributi fissi + il 24% dell’eccedenza

Chi rientra in questa categoria ha la possibilità di richiedere la riduzione del 35% dei contributi da versare che potrà essere applicata sia sui contributi fissi che su quelli in percentuale.

Esempio: 

Poniamo l’esempio di una persona iscritta in Gestione Commercianti che presenta:

Ricavi annui lordi: 25.000 €

Coefficiente di redditività: 67%

Imposta sostitutiva: 5%

Contributi: fissi 4.292,40 €

Contributi in percentuale: 24% sull’eccedenza in quanto il reddito è superiore a 17.504 €

Calcoli:

Reddito imponibile (ricavi x coefficiente di redditività) = 25.000 x 67% = 16.750 €

Imposta sostitutiva al 5% (reddito imponibile x 5%) = 16.750 x 5% = 837,5 €

Contributi fissi = 4.292,42 €

Non si dovranno versare contributi in eccedenza, perché il reddito imponibile è inferiore a 17.504 euro.

Totale contributi = 4.292,42 €

Nel caso in cui il professionista avesse deciso di richiedere la riduzione del 35%, i contributi dovuti sarebbero ridotti del 35% e quindi 4.292,42 € – 35% = 2.790,07 €

Nell’esempio per comodità abbiamo ipotizzato che non siano stati versati contributi previdenziali nell’anno, altrimenti l’importo versato sarebbe stato deducibile dal reddito imponibile per il calcolo dell’imposta sostitutiva.

Se contemporaneamente svolgi anche attività di lavoro dipendente full time verrai esonerato dal versamento dei contributi e dovrai corrispondere solo l’imposta sostitutiva, va però considerato caso per caso perché ci possono essere aspetti più articolati da considerare.

Se, invece, hai più di 65 anni e percepisci la pensione allora i contributi saranno ridotti del 50%.

Questa agevolazione non è cumulabile con la citata riduzione del 35%

Da precisare che se apri Partita Iva durante l’anno, ad esempio a giugno del 2022, il versamento dei contributi sarà proporzionale ai mesi di attività, e quindi anche il reddito minimale “coperto” dalla contribuzione fissa verrà ridimensionato.

Esempio:

Se apri Partita Iva a giugno del 2023 (in qualsiasi giorno perché basta un solo giorno di attività per considerare tutto il mese), i mesi di attività saranno 7, quindi:

Contributi fissi:  4.292,42/12 (mesi/anno) = 357,70*7 (mesi di attività) = 2.503,90 €

Reddito minimale: 17.504/12 = 1.458,67 x 7 = 10.210,69 €

Contributi per professionisti con casse previdenziali dedicate

Alcune tipologie di professionisti presentano delle specifiche casse previdenziali di appartenenza ed è a loro che dovranno versare i contributi.

Ecco alcuni esempi.

Gli architetti hanno una cassa previdenziale specifica che si chiama INARCASSA,  gli avvocati la Cassa Forense, i veterinari hanno l’ENPAV, e così via.

Ogni tipologia di cassa ha le sue regole su presenza o meno di contributi fissi, aliquote, scadenze e quant’altro.

Pertanto per avere informazioni specifiche su questo è necessario consultare la propria cassa di riferimento.

Quando si pagano le tasse nel Regime Forfettario competenza 2023?

Le varie scadenze per i versamenti, nel regime forfettario, dipendono da come è inquadrata la tua attività.

Ti riportiamo sotto le scadenze per i liberi professionisti in gestione separata e gli artigiani e commercianti.

Scadenze per professionista in Regime Forfettario

In qualità di libero professionista devi considerare che al momento della dichiarazione dei redditi dovrai versare le imposte e i contributi, questi ultimi solo se sei iscritto alla Gestione Separata.

Infatti, se per via della tua professione sei iscritto a una Cassa Previdenziale dedicata, i contributi non necessariamente saranno da versare con la Dichiarazione dei Redditi, bensì dovrai attenerti alle scadenze indicate  dalla Cassa Previdenziale di appartenenza.

Di seguito uno schema delle scadenze:

30 giugno 2024

  • saldo imposta sostitutiva 2023
  • 1° acconto 50% imposta sostitutiva 2024
  • (Gestione Separata) saldo contributi 2023
  • (Gestione Separata) 1° acconto 40% contributi 2024

È possibile rateizzare l’importo dovuto fino a 6 rate, l’ultima dovrà essere obbligatoriamente versata entro il 16 novembre 2024.

Le 6 rate saranno così suddivise:

  • 30 giugno 2024
  • 16 luglio 2024
  • 20 agosto 2024
  • 16 settembre 2024
  • 16 ottobre 2024
  • 16 novembre 2024

N.B. se la data coincide con un sabato, una domenica o un festivo allora la scadenza sarà fissata al primo giorno lavorativo successivo.

30 novembre 2024

  • 2° acconto 50% imposta sostitutiva 2024
  • (Gestione Separata) 2° acconto 40% contributi 2024

Gli importi di novembre non possono essere rateizzati.

Scadenze per Artigiani e Commercianti in Regime Forfettario

Come detto precedentemente, un Artigiano o un Commerciante iscritto alla Camera di Commercio, dovrà versare dei contributi fissi e, se il tuo reddito supera quello minimale, anche i contributi eccedenti il minimale.

Quindi:

  • i contributi fissi sono dovuti con rate fisse durante l’anno (16 maggio, 20 agosto, 16 novembre e 16 febbraio anno successivo)
  • l’imposta e i contributi eccedenti il minimale sono dovuti in sede della Dichiarazione dei Redditi

Di seguito uno schema delle scadenze:

30 giugno 2024

  • saldo imposta sostitutiva 2023
  • 1° acconto 50% imposta sostitutiva 2024
  • saldo contributi eccedenti il minimale di 17.504 euro 2023
  • 1° acconto 50% contributi eccedenti il minimale di circa 17.504 euro 2024

Questi importi potranno essere rateizzati fino a 6 rate, l’ultima rata dovrà necessariamente essere versata entro il 16 novembre 2024.

30 novembre 2024

  • 2° acconto 50% imposta sostitutiva 2024
  • 2° acconto 50% contributi 2024 eccedenti il minimale di 17.504 €

Questi importi non possono essere rateizzati.

La fatturazione nel Regime Forfettario

Dal 1° Luglio 2022 l’obbligo di fatturazione elettronica è stato esteso anche ai regimi agevolati, a patto che nel 2021 abbiano percepito ricavi superiori a 25.000 euro.

Su questo è importante fare una precisazione, la soglia dei 25.000 euro è verificata solo relativamente all’anno 2021, significa che se nel 2021  non hai superato il limite ragguagliato di 25.000 euro di incasso anche qualora l’avessi superato nel 2022 rimani esonerato dalla fatturazione elettronica.

Questo fino al 2024 quando tutti dovranno emettere fattura elettronica indistintamente e senza esenzioni.

Abbiamo indicato che l’importo limite è ragguagliato, significa che questo importo non è fisso ma è proporzionato ai giorni di attività: dovremo quindi eseguire il calcolo (limite di ricavi/365) * giorni di attività.

Quindi se hai aperto Partita Iva il 1° Settembre 2021 e hai percepito ricavi per 10.000 euro, sei fuori soglia: (25.000 euro / 365) * 122 giorni = 8.356,16 euro

La prima cosa da sapere per l’emissione della fattura è capire se il cliente destinatario è un privato o titolare di Partita Iva, perché:

  • se è un privato allora nella fattura devi inserire il nome, cognome, codice fiscale, indirizzo di residenza del soggetto a cui è rivolta la fattura;
  • se è titolare di Partita Iva allora nella fattura devi inserire i dati della Partita Iva del tuo cliente, quindi la ragione sociale, il numero di Partita Iva, l’indirizzo di sede dell’attività

Per fare in modo che la tua fattura sia ritenuta valida è fondamentale che tu inserisca tutte le diciture obbligatorie per indicare ai tuoi clienti che applichi il Regime forfettario, ovvero:

“Operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, della Legge n. 190/2014 e successive modificazioni.”

In aggiunta, se sei un professionista, quindi non sei iscritto in Camera di Commercio, devi anche indicare: “Si richiede la non applicazione della ritenuta alla fonte a titolo d’acconto ai sensi dell’articolo 1 comma 67 della Legge numero 190/2104 e successive modificazioni”.

Per importi superiori a 77,47 € sarà necessario apporre una marca da bollo da 2 €, si tratta dell’imposta di bollo che sostituisce l’IVA per importi superiori a 77,47 €, e nella fattura bisogna inserire l’ID della marca da bollo.

I liberi Professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps, hanno la possibilità di applicare in fattura la rivalsa Inps del 4% ovvero una maggiorazione applicata all’importo della prestazione svolta.

L’applicazione della rivalsa Inps è una scelta volontaria e il 4% eventualmente percepito costituisce reddito, dunque sarà un importo soggetto ad imposte e contributi e concorre alla formazione del massimale di 85.000€ previsto dal regime forfettario 2023.

Mentre i professionisti iscritti ad una Cassa specifica, a seconda della professione svolta, possono avere l’obbligo di applicare in fattura la rivalsa prevista dalla specifica Cassa (contributo integrativo).

Con il gestionale FlexInvoice, l’emissione della fattura in formato elettronico non si discosta troppo dall’emissione in formato cartaceo:

  • l’imposta di bollo dovrà essere virtuale e non più cartacea;
  • una volta creata la fattura,  dove i passaggi sono gli stessi per quella cartacea, attraverso il pop-up dedicato potrai inviare la fattura al Sistema di Interscambio e successivamente monitorare l’esito.

Su FlexInvoice trovi diversi video tutorial che ti guidano nei passaggi.

Il versamento del bollo elettronico si effettua attraverso modello F24 disponibile nella propria area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, per maggiori dettagli abbiamo una guida di approfondimento: Come pagare il bollo delle fatture elettroniche.

Come per ogni scadenza, anche per quella del bollo elettronico gli utenti FlexTax riceveranno un promemoria qualche giorno prima all’interno della FlexSuite.

Invece per quanto riguarda la ricezione delle fatture, è possibile riceverle direttamente nella FlexSuite sarà necessario registrare il codice destinatario che verrà fornito sul sito dell’Agenzia delle Entrate, per questo passaggio è possibile seguire la guida: Ricezione delle fatture elettroniche con FlexTax e registrazione Codice Destinatario

Per inviare la fattura correttamente, dovrai riempire i campi obbligatori  dell’anagrafica del tuo cliente, aggiungendo il codice destinatario che ti fornirà il cliente., se non ha un codice destinatario, nell’apposito spazio dovrai inserire “0000000” (sette volte zero).

Se non sono in possesso di codice destinatario ma hanno un indirizzo Pec potrai inserire quel dato nell’apposito campo.

Per emettere fatture elettroniche nei confronti di soggetti residenti all’estero la procedura è leggermente differente.

Per l’anagrafica cliente dovrai:

  • inserire il codice destinatario “XXXXXXX” (sette volte X);
  • se il tuo cliente non ti fornisce il numero di Partita Iva o il codice fiscale, dovrai inserire nel campo dedicato il codice “OO99999999999” (due volte la lettera O maiuscola e undici volte 9).

Nella compilazione della fattura dovrai:

  • riportare la marca da bollo per importi superiori a 77,47 euro;
  • modificare la normativa di riferimento e riportare quella corretta: “0% N2.1 Non Soggetto – Art.7 DPR 633/72”;
  • riportare nelle note la dicitura “Reverse Charge” se presti servizio nei confronti di soggetti intracomunitari; inserire nelle note la dicitura “Operazione non soggetta a Iva” per le operazioni verso soggetti extraeuropei.

Una volta trasmessa la fattura al Sistema di Interscambio (SDI), dovrai inviare una copia in formato Pdf al tuo cliente, poiché il sistema di fatturazione elettronica agisce solo su base territoriale.

Come aprire Partita Iva in regime forfettario per professionisti

Il costo per aprire Partita Iva in Regime forfettario, varia a seconda della categoria nella quale rientra la tua attività.

Per il libero professionista sarà pari a zero, se apre la Partita Iva in autonomia, qualora invece decidesse di rivolgersi ad un commercialista, dovrà sostenere il costo del suo lavoro.

Con FlexTax hai possibilità di acquistare il servizio di apertura e gestione della contabilità a un prezzo agevolato, guarda qui cosa comprende.

Come aprire Partita Iva in regime forfettario per artigiani e commercianti

In questo caso il discorso è diverso, infatti questa tipologia di lavoratori avrà dei costi da sostenere per l’apertura della propria Partita Iva.

Elenco dei costi apertura Partita Iva:

  • bolli e costi di segreteria richiesti dalla Camera di Commercio (è necessaria l’iscrizione in Camera di Commercio)
  • eventuali costi per la presentazione della SCIA  (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) che variano tra i diversi comuni. Questo costo è presente solo se l’attività lo richiede.
  • affidando la pratica a un esperto ci potranno essere altri costi aggiuntivi.

Anche per gli artigiani e e commercianti abbiamo il servizio di apertura e gestione della contabilità, lo trovi qui.

Quanto costa il commercialista per la gestione in regime forfettario.

Nel caso in cui tu avessi già la tua Partita Iva e avessi esclusivamente la necessità di gestire la tua contabilità, potrai usufruire del servizio Commercialista online offerto da FlexTax.

Potrai iscriverti gratuitamente alla piattaforma FlexSuite creando il tuo account: se desideri chiarimenti puoi prenotare la tua chiamata gratuita attraverso FlexSupport, indicando la fascia oraria in cui preferisci essere contattato.

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