Sono un istruttore specializzato, per essere considerato professionista è sufficiente avere fonti di reddito solo da compensi sportivi?

Sono un architetto disoccupato, ma sono nello sport agonistico da sempre (Federazione Italiana Pesistica, Istruttore Specializzato, Personal Trainer e tecnico di 1° livello per la Federazione Ginnastica d’Italia.)
Ho alcuni clienti privati a cui offro un servizio di Personal Training e collaboro con alcune Asd con il ruolo di preparatore atletico e insegnante di ginnastica artistica.
Nel 2018 l’ammontare dei compensi di tutte le attività, comunque discontinue, non superava i 5000€ mentre quest’anno si prospetta un aumento della frequenza e della mole di lavoro tale da impegnarmi a tempo pieno, ma non dovrei superare i 10.000€. Ad oggi tuttavia risulto ancora a carico dei genitori e mi ritrovo senza nessun contributo versato.
Adesso cercando in rete io ho capito queste cose:
1. Per percepire i compensi sportivi con l’esenzione si deve essere dilettanti, ossia non essere dei professionisti.
2. Per essere considerati professionisti è sufficiente non avere altre fonti di reddito al di fuori dei compensi sportivi.
Quindi diciamo che da settembre questa continuità di lavoro farebbe di me un professionista del settore sportivo. Giusto?

Ora questo mi esclude dalla possibilità di ricevere compensi con l’esenzione e allo stesso tempo impone alle asd degli adempimenti che non mi sono del tutto chiari.

Risponderemo per punti alle sue domande, riprendendolo di seguito, troverà in grassetto le nostre riflessioni.

Allora sono un architetto disoccupato, ma sono nello sport agonistico da sempre (Federazione Italiana Pesistica, Istruttore Specializzato, Personal Trainer e tecnico di 1° livello per la Federazione Ginnastica d’Italia).
Ho alcuni clienti privati a cui offro un servizio di Personal Training e collaboro con alcune Asd con il ruolo di preparatore atletico e insegnante di ginnastica artistica.
Nel 2018 l’ammontare dei compensi di tutte le attività, comunque discontinue, non superava i 5000€ mentre quest’anno si prospetta un aumento della frequenza e della mole di lavoro tale da impegnarmi a tempo pieno ma non dovrei superare i 10.000€. Ad oggi tuttavia risulto ancora a carico dei genitori e mi ritrovo senza nessun contributo versato.
Adesso cercando in rete io ho capito queste cose:
1. Per percepire i compensi sportivi con l’esenzione si deve essere dilettanti, ossia non essere dei professionisti. Esatto
2. Per essere considerati professionisti è sufficiente non avere altre fonti di reddito al di fuori dei compensi sportivi. Questo è un aspetto che non ha una fondatezza giuridica ma che rispecchia quello che, sia l’Agenzia delle Entrate che l’Enpals, utilizzano come uno degli elementi a sostegno della effettiva caratterizzazione fiscale e contributiva del compenso percepito. Spesso nei verbali che contestano la tipologia di reddito percepito in esenzione, viene riportato che non si può considerare un compenso sportivo dilettantistico qualora il percettore di detto compenso non abbia altre attività (diverse da quella sportiva) che lo impegnino a tal punto da poter considerare residuale e non professionale l’attività sportiva.

Quindi diciamo che da settembre questa continuità di lavoro farebbe di me un professionista del settore sportivo. Giusto? Esatto

 

 

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