Sono in regime forfettario. È un problema se fatturo a un unico cliente?

Sto lavorando come partita IVA nel regime forfettario e ho ricevuto una richiesta di collaborazione da un’azienda tedesca che mi farebbe un contratto di 12 mesi, quindi per l’intero 2023. Questo tipo di collaborazione unica con l’estero per l’intero anno farebbe si che dall’anno prossimo non potrò più utilizzare il regime forfettario? La collaborazione che si svolgerà come lavoratore autonomo, quindi emettendo fattura ogni mese. Può essere un problema fatturare ad un unico cliente?

 

Fatturare verso un’azienda estera non crea problemi per l’applicazione del forfettario: dovrà iscriversi al Vies, qualora non lo fosse.

Il Modello Intrastat si presenta trimestralmente, pertanto dovrà presentarlo per ogni trimestre nel quale emette fatture di questa tipologia: è un modello statistico, non prevede pagamenti di imposte, è un riepilogo delle fatture emesse verso clienti europei iscritti al Vies.

Può effettuare il controllo di iscrizione al VIES, all’interno della sua area riservata FlexSuite, nella sezione “FlexTools – Controllo Vies“.

Potrà fatturare a un unico committente, a patto che si mantengano tutte le caratteristiche del lavoro autonomo e che non si instauri pertanto una presunzione di subordinazione.

La presunzione di subordinazione si verifica:

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  • quando le mansioni del lavoratore autonomo vengono organizzate in tutto e per tutto dal committente: il lavoro autonomo prevede infatti che sia lo stesso lavoratore autonomo ad organizzare e coordinare il proprio lavoro
  • quando il committente richiede il rispetto di determinati orari e la costante presenza in sede
  • quando la durata è continuativa e non limitata ad una determinata prestazione (un periodo superiore agli 8 mesi all’anno per due anni consecutivi)
  • se il fatturato conseguito dal titolare di Partita Iva è maggiore dell’80% del totale generato da esso nell’anno. Tale situazione deve verificarsi per due anni consecutivi.

Fatturato, luogo e durata del rapporto di lavoro sono le tre condizioni che fanno presumere una subordinazione, sintetizzate dalla Legge 92/2012.

La ragione per cui sono state introdotte alcune regole da rispettare quando si fattura ad un unico committente è per evitare la nascita delle cosiddette “false Partite Iva”: queste nascondono lavoratori dipendenti con un unico committente (datore di lavoro nel caso del dipendente) e non un lavoro autonomo.

Per scoraggiare i rapporti con Partite Iva che nascondono veri e propri rapporti di subordinazione, è stata inoltre prevista l’inversione dell’onere della prova, che spetta quindi eventualmente al committente.

Sarà l’azienda eventualmente ad avere l’onere di provare che non si è trattato di un rapporto subordinato e in caso contrario dovrà trasformare il contratto di collaborazione e pagare pesanti sanzioni.

Nel caso in cui l’azienda non riesca a provare che non vi era un rapporto di lavoro subordinato, sarà soggetta a sanzioni e il lavoratore autonomo sarà considerato a tutti gli effetti un lavoratore dipendente a tempo indeterminato.

Le sanzioni che dovrà (sempre eventualmente) pagare l’azienda, saranno in proporzione alla durata del rapporto di lavoro subordinato, presentato come se fosse un lavoro autonomo.

Sarà sempre il datore di lavoro a dover riqualificare il rapporto, attraverso la sua trasformazione in contratto di lavoro dipendente indeterminato e adempiere a tutti gli obblighi ad esso collegati a partire dalla data di origine del rapporto.

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