Che differenza c’è tra Casa Vacanze senza partita Iva e con Partita Iva su un importo lordo di 38.000 euro?

Potreste illustrarmi la differenza fra una Casa Vacanze senza partita Iva e con partita IVA su un imponibile lordo di circa 38.000,00 euro all’anno? Le spese sono detraibili anche con il regime forfettario? A differenza dell’aliquota IRPEF, con il forfettario posso detrarre le spese come le ristrutturazioni?

Se intraprende l’attività di Casa Vacanze senza l’apertura della Partita Iva, può optare per due soluzioni:

  • dichiarare importo complessivo canoni percepiti e applicare ad essi la cedolare secca del 21% sul 100% dell’incasso. Ovvero, su € 38.000 di canoni percepiti, dovrebbe versare € 7.890 (38.000 x 21%).
  • dichiarare differenza tra canoni percepiti e spese sostenute e assoggettare il reddito ad Irpef. In questo caso il reddito prodotto dalla Casa Vacanza cumula con eventuali altri redditi in suo possesso soggetti ad Irpef (ad esempio lavoro dipendente, pensione, ecc.). E’ difficile indicarle quale aliquota dovrebbe applicare a tale reddito perchè non sappiamo in quale scaglione di andrebbe a “posizionare”, non sappiamo se ha altri redditi. Se si presuppone che lei non abbia altri redditi l’aliquota del primo scaglione è del 23%. Se si considerano € 3.000 di costi, dovrebbe versare € 8.050 ((38.000 – 3.000) x 23%). Questo è l’unico caso nel quale può portare in detrazione le spese per ristrutturazione (in quanto è l’unico caso che avrebbe Irpef a debito, le altre soluzioni non producono Irpef).

Se apre la Partita Iva in Regime forfettario, deve utilizzare il seguente Codice Ateco:

  • 55.20.51 – Affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence

– fornitura di alloggio di breve durata presso: chalet, villette e appartamenti o bungalow per vacanze
– cottage senza servizi di pulizia

Tale Codice Ateco prevede un coefficiente del 40% e l’iscrizione in Camera di Commercio e alla Gestione Artigiani e Commercianti Inps ma senza il versamento di contributi fissi. Essi si dovranno solo in percentuale del 24,09% sul reddito effettivamente prodotto. Le facciamo un esempio.

Ricavi: € 38.000

Coefficiente: 40%

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Reddito: € 15.200 (38.000 x 40%)

Imposta sostitutiva 15%: € 2.280 (15.200 x 15%) che può essere ridotta al 5% per i primi 5 anni se si rispettano le condizioni che trova illustrate qui: Regime forfettario imposta sostitutiva 5 %.

Contributi 24,09%: € 3661,68 (15.200 x 24,09%) che si possono ridurre del 35% come spiegato nel nostro articolo: Regime forfettario riduzione contributi Artigiani e Commercianti.

Totale imposta + contributi senza riduzioni: € 5.941,68

Totale imposta + contributi senza riduzioni: € 3.140

Applicando il Regime forfettario, dal reddito prodotto con la sua attività autonoma non potrebbe portare in detrazione le spese per ristrutturazione (a meno che non abbia altri redditi soggetti ad Irpef).

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