Come aprire Partita Iva per Social media manager

Tasse da pagare per vendere su Amazon Tasse da pagare per vendere su Amazon

Cosa è necessario fare per aprire Partita Iva come Social media manager?

Aprire Partita Iva per Social media manager: vediamo come fare.

Se vuoi aprire la tua Partita Iva come social media manager, la prima cosa da fare è scegliere il codice Ateco relativo all’attività che vorrai svolgere in maniera autonoma e successivamente iscriverti presso la relativa Gestione previdenziale.

Devi sapere che in base a come svolgerai l’attività di social media manager potrai qualificarti come professionista o come commerciante iscritto in Camera di Commercio: nel primo caso, verserai i contributi alla Gestione Separata Inps, nel secondo alla Gestione Artigiani e Commercianti Inps.

Se vorrai qualificarti come Professionista, in quanto effettuerai prettamente consulenze verso i tuoi clienti, dovrai adottare il seguente Codice Ateco:

73.11.01 – Ideazione di campagne pubblicitarie

Che include:
– ideazione di campagne pubblicitarie: creazione e collocazione di pubblicità per giornali, periodici, radio, televisioni, internet ed altri mezzi di comunicazione
– creazione e strategia di diffusione di pubblicità esterna, ad esempio: cartelloni pubblicitari, pannelli pubblicitari, opuscoli, allestimento di vetrine, progettazione di sale d’esposizione, scritte pubblicitarie su autobus e autoveicoli eccetera
– creazione di stand ed altre strutture e spazi espositivi

Calcola gratis le tasse da pagare e richiedi assistenza fiscale​

Inizia Gratis

Al contrario, se condurrai tu stesso in prima persona le campagne di marketing per conto dei tuoi clienti, sarai considerato un commerciante ed in questo caso il Codice Ateco corretto è il:

73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari

Che include:
– conduzione di campagne pubblicitarie: collocazione di pubblicità in giornali, periodici, radio, televisioni, internet ed altri mezzi di comunicazione
– conduzione di campagne di marketing ed altri servizi pubblicitari mirati ad attirare e ad assicurare la fedeltà dei clienti
– promozione dei prodotti
– realizzazione di pubblicità aerea
– distribuzione o consegna di materiale pubblicitario o di campioni
– consulenza sulla disposizione dei prodotti all’interno del punto vendita
– realizzazione di pubblicità postale

A questo punto dovrai scegliere il Regime Fiscale da adottare e la tua scelta potrà ricadere sul Forfettario o Ordinario semplificato.

Quali sono le differenze tra questi due regimi fiscali?

Il Regime Forfettario, considerato “agevolato” per i numerosi vantaggi fiscali e contabili che porta, prevede che:

• si paghi un’unica imposta, detta sostitutiva, che sostituisce appunto tutte le altre dell’Ordinario semplificato (Irpef, Irap, ecc.);

• imposta e contributi si versino sul reddito imponibile, calcolato applicando il coefficiente di redditività associato al tuo Codice Ateco ai ricavi conseguiti;

• le spese siano determinate in modo forfettario in base al coefficiente di redditività specifico associato al tuo Codice Ateco;

non si applichi la ritenuta d’acconto del 20% ai tuoi compensi;

non si abbia l’obbligo di fatturazione elettronica se hai percepito ricavi inferiori a 25.000 euro nell’anno precedente. Dal 2024, invece, tutti i contribuenti avranno l’obbligo di fatturazione elettronica;

non si invii lo spesometro;

non si applichi l’Iva sulle fatture ma soltanto un’imposta di bollo di 2 euro per tutte le fatture superiori ai 77,47 euro.

Per poter applicare questo regime fiscale bisogna rispettare determinati requisiti, il più importante è non superare il limite di 85.000 euro di ricavi da Partita Iva all’anno.

Il Regime Ordinario Semplificato prevede che non si superino invece i 500.000 euro di ricavi all’anno se vendi servizi e i 800.000 euro se svolgi un altro tipo di attività ed inoltre bisogna obbligatoriamente registrare:

• beni ammortizzabili
• incassi e pagamenti
• fatture di vendita e di acquisto

Le caratteristiche del Regime Ordinario semplificato sono le seguenti:

Irpef da versare secondo il classico meccanismo a scaglioni;

• si devono versare eventualmente anche Irap, addizionali regionali e comunali, ecc.;

versamento dell’Iva;

obbligo della fatturazione elettronica;

• si deve inviare lo spesometro;

• devi applicare la ritenuta d’acconto del 20% sui compensi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commercialista online

Gestire la contabilità può essere stressante.
Ti aiutiamo a rendere tutto più facile.

Fai il primo passo

ARTICOLI SIMILI