Codice Ateco per freelance

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Freelance: quale Codice Ateco scegliere?

Svolgere l’attività di freelance vuol dire svolgere una certa professione in autonomia, gestendo il lavoro a proprio piacimento e in base alle proprie esigenze.

Se l’attività che svolgi come freelance diventa abituale e continuativa nel tempo, dovrai aprire la tua Partita Iva.

La prima cosa che devi fare se vuoi aprire la Partita Iva è scegliere il Codice Ateco per la tua professione.

Proprio perché il concetto di freelance è generico, non esiste uno specifico Codice Ateco che individui il freelance in Partita Iva.

Esistono però i Codici Ateco che identificano l’attività che come freelance andrai a svolgere.

Le attività più frequenti che potrai svolgere come freelance sono:

  • Consulente
  • Sviluppatore di software
  • Giornalista
  • Designer
  • Calcola gratis le tasse da pagare e richiedi assistenza fiscale​

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  • Grafico

Queste che ti abbiamo elencato sono solo alcune delle attività che possono essere svolte come freelance.

Il Codice Ateco che dovrai adottare dipende per l’appunto dalla specifica attività che come freelance andrai a svolgere.

Se svolgi per esempio l’attività di consulente informatico freelance, il Codice Ateco che dovrai adottare è il seguente:

  • 62.02.00 – Consulenza nel settore delle tecnologie dell’informatica

Che include:

– consulenza su hardware, software e altre tecnologie dell’informazione: analisi dei bisogni e dei problemi degli utenti, consulenza sulla migliore soluzione

– pianificazione e progettazione di sistemi informatici che integrano l’hardware dei computer, il software e le tecnologie della comunicazione

In questo caso, dovrai aprire la tua Partita Iva come Professionista.

Se invece ti occuperai di sviluppare software come freelance, quindi produrrai tu in prima persona tali software, il Codice Ateco che dovrai scegliere è il:

  • 62.01.00 – Produzione di software non connesso all’edizione

Che include:

– progettazione della struttura e dei contenuti e/o la compilazione dei codici informatici necessari per la creazione e implementazione di: software di sistema (inclusi gli aggiornamenti), applicazione di software (inclusi gli aggiornamenti), database, pagine web

– personalizzazione di software, esempio modificando e configurando un’applicazione esistente in modo che essa sia funzionale all’ambiente del sistema informativo dei clienti

In questo caso, sarai considerato un Artigiano e dovrai iscriverti in Camera di Commercio.

Come avrai capito, dovrai adottare il Codice Ateco che identifica al meglio l’attività che come freelance andrai a svolgere in Partita Iva.

Regime Forfettario per freelance

Nel momento in cui decidi di aprire la tua Partita Iva da freelance, oltre ad adottare il corretto Codice Ateco, dovrai scegliere anche quale Regime fiscale applicare.

Il Regime Forfettario potrebbe riservati numerosi vantaggi fiscali e contabili, ma per poterlo applicare dovrai rispettare tutti i requisiti previsti.

Nel Regime Forfettario, il Codice Ateco è molto importante, in quanto ad esso è associato un coefficiente di redditività che, applicato ai ricavi conseguiti, ti fornisce il reddito imponibile.

È sul reddito imponibile così ottenuto che verserai imposta e contributi previdenziali.

Nello stesso modo, in base al coefficiente di redditività associato al Codice Ateco che hai adottato, ti sarà riconosciuta una spesa forfettaria.

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, se per esempio svolgerai l’attività di consulente informatico freelance o di sviluppatore software freelance, il coefficiente di redditività che ti sarà riconosciuto è del 67%.

Questo vuol dire che ti sarà riconosciuta una spesa forfettaria del 33%.

Ti facciamo un esempio pratico: su 1.000 euro di ricavi, 670 euro saranno tassati e su di essi verserai imposta e contributi, mentre 330 ne saranno esclusi e considerati spesa forfettaria da te sostenuta.

Codice Ateco per freelance: contributi

Se sei un freelance e adotti il Regime Forfettario, sarai soggetto al versamento dei contributi previdenziali.

I contributi previdenziali variano a seconda dell’attività che come freelance svolgi e dal Codice Ateco che adotti.

In base a questi due elementi, potrai infatti essere classificato come:

  • Professionista
  • Artigiano/Commerciante

I Professionisti freelance versano i contributi alla Gestione Separata Inps nella misura del 26,23% del proprio reddito (ricavi x coefficiente di redditività).

Se svolgerai un’attività che ti classifica come Artigiano/Commerciante freelance, verserai i contributi alla Gestione Artigiani e Commercianti Inps secondo questo schema:

  • per il reddito compreso tra 0 e 17.504 euro: verserai contributi fissi di circa 4.200 euro;
  • per il reddito superiore ai 17.504 euro: oltre ai contributi fissi, li verserai per circa il 24%.

Facendo parte della Gestione Artigiani e Commercianti e applicando il Regime Forfettario, potrai richiedere all’Inps la riduzione del 35% dei contributi da versare.

Tale richiesta viene fatta una volta soltanto e si rinnova in automatico fino a quando persistono i requisiti del Regimi Forfettario, e si applica a tutti i contributi da versare (sia fissi che eccedenti il minimale).

Codice Ateco per freelance: imposta sostitutiva

Adottando il Regime Forfettario per la tua Partita Iva, oltre ai contributi previdenziali, sarai soggetto all’imposta sostitutiva del 15% del tuo reddito.

Tale imposta può però essere ridotta per i primi 5 anni di attività: potrai infatti applicare l’imposta sostitutiva al 5% se ne rispetti i requisiti.

Al termine dei primi 5 anni nei quali l’imposta sostitutiva sarà del 5%, dovrai applicare l’imposta al 15%.

Se non rispetti le condizioni previste per l’imposta al 5%, dovrai applicare fin da subito l’aliquota del 15%.

Ti riportiamo ora un esempio di calcolo di imposta sostitutiva al 15%, supponendo tu abbia ricavato alla fine dell’anno 30.000 euro dalla tua attività di consulente informatico freelance.

Ricavi: 30.000 euro

Coefficiente di redditività: 67%

Reddito imponibile: 20.100 euro (30.000 x 67%)

Imposta sostitutiva 15%: 3.015 euro (20.100 x 15%)

N.B.: nell’esempio, per semplicità, abbiamo ipotizzato non si siano versati i contributi obbligatori nell’anno. Se si fosse versati, questi andavano dedotti dal reddito imponibile per il calcolo dell’imposta sostitutiva.

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