Aprire Partita Iva per dog sitter: come fare

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Aprire Partita Iva per dog sitter: come fare

Come fare per aprire Partita Iva per dog sitter?

Aprire Partita Iva per dog sitter: come fare? Se vuoi aprire la tua Partita Iva come dog sitter, la prima cosa da fare è adottare il Codice Ateco relativo all’attività che vorrai svolgere in maniera autonoma e successivamente iscriverti presso la relativa Gestione previdenziale.

Devi sapere che in base a come svolgerai l’attività di dog sitter potrai qualificarti come professionista o come Artigiano/Commerciante iscritto in Camera di Commercio. Nel primo caso, potrai qualificarti come tale se sei un educatore cinofilo ed offri consulenze sull’addestramento dei cani e verserai i contributi alla Gestione Separata Inps, nel secondo caso sarai considerato un Artigiano/Commerciante, se svolgi per esempio attività di toelettatura o di pensione per animali, ed i contributi saranno dovuti alla Gestione Artigiani e Commercianti Inps.

Il Codice Ateco che dovrai adottare è il seguente: 96.09.04 – Servizi di cura degli animali da compagnia (esclusi i servizi veterinari) che include:

  • servizi di cura degli animali da compagnia quali: presa in pensione, toelettatura, addestramento, custodia
  • attività dei canili
  • attività dei dog-sitter
  • servizi degli accalappiacani

A questo punto dovrai scegliere il Regime Fiscale da adottare e la tua scelta potrà ricadere sul Regime forfettario o Ordinario semplificato.

Ma quali sono le differenze tra questi due regimi fiscali?

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Il Regime Forfettario, considerato “agevolato” per i numerosi vantaggi fiscali e contabili che porta, prevede che:

• si paghi un’unica imposta, detta sostitutiva, che sostituisce appunto tutte le altre dell’Ordinario semplificato (Irpef, Irap, ecc.);

• imposta e contributi si versino sul reddito imponibile, calcolato applicando il coefficiente di redditività associato al tuo Codice Ateco ai ricavi conseguiti;

• le spese siano determinate in modo forfettario in base al coefficiente di redditività specifico associato al tuo Codice Ateco

non si applichi la ritenuta d’acconto del 20% ai tuoi compensi;

non si abbia l’obbligo di fatturazione elettronica se nel 2021 si sono percepiti ricavi inferiori a 25.000 €. Dal 2024 sarà obbligatoria per tutti i contribuenti la fatturazione elettronica;

non si invii lo spesometro;

non si applichi l’Iva sulle fatture ma soltanto un’imposta di bollo di 2 euro per tutte le fatture superiori ai 77,47 euro.

Per poter applicare questo regime fiscale bisogna rispettare determinati requisiti: il più importante è non superare il limite di 85.000 euro di ricavi da Partita Iva all’anno.

Il Regime Ordinario Semplificato prevede che non si superino invece i 400.000 euro di ricavi all’anno se vendi servizi e i 700.000 euro se svolgi un altro tipo di attività ed inoltre bisogna obbligatoriamente registrare:

  •  beni ammortizzabili
  • incassi e pagamenti
  • fatture di vendita e di acquisto

Le caratteristiche del Regime ordinario semplificato sono le seguenti:

Irpef da versare secondo il classico meccanismo a scaglioni;

• si devono versare eventualmente anche Irap, addizionali regionali e comunali, ecc.;

versamento dell’Iva;

obbligo della fatturazione elettronica;

• si deve inviare lo spesometro;

• devi applicare la ritenuta d’acconto del 20% sui compensi.

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